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Una sola notte potrebbe aver cambiato il destino di Bitcoin per sempre. Da quando, infatti, è stato “minato” il primo blocco di Bitcoin XT (una vera e propria alternativa alla cripto moneta originale) le valute digitali di questo tipo potrebbero diventare due e non più una sola. La ragione dello sconvolgimento di equilibri, che potrebbe portare a diversi scenari, va ricercata nei limiti stessi di Bitcoin e nella possibilità di superarli in diversi modi. Ricostruiamo quindi dal principio, cosa ha portato alla biforcazione della moneta digitale più discussa del momento.

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I limiti tecnologici e il problema dello spam

All’inizio di tutto, quando Bitcoin è nato, effettuare una transazione era totalmente gratuito mentre scaricare il registro Block Chain era (ed è ancora) impegnativo dal punto di vista tecnico. “C’era quindi un problema di possibile spam, la gente poteva mettersi a mandare infinite transazioni senza spendere quasi nulla e a minare un blocco gigantesco anche con risorse modeste”. Ha spiegato l’esperto di Bitcoin Giacomo Zucco a SmartMoney, evidenziando che il problema sarebbe quello di centralizzare moltissimo la rete e in questo modo renderne possibile l’utilizzo solo ad un super computer.

“Così Bitcoin non può essere mainstream”

Proprio per impedire tutto questo, Satoshi Nakamoto, il creatore di Bitcoin, ha posto ai “minatori” un limite provvisorio di un megabyte. Il blocco da minare non può infatti essere superiore a questa grandezza (corrisponde a infiniti bitcoin, non si tratta di un limite sulla quantità di moneta trasportata ma sul numero di transazioni). Tutto questo si traduce in concreto, nella possibilità di effettuare al massimo sette transazioni al secondo. Ecco perché “Bitcoin teoricamente  – così come è ora – non può gestire più di 7 transazioni al secondo e quindi non può essere così veramente mainstream, prima o poi bisognerà fare qualcosa”, dice Giacomo Zucco, spiegando che ad esempio si potrebbe partire proprio intervenendo su questo limite, cosa a cui per la prima volta ci si sta avvicinando e su cui alcune persone hanno cominciato a lavorare. Un’altra alternativa potrebbe essere quella di effettuare la maggior parte delle transazioni in bitcoin fuori dalla blockchain e alla fine utilizzare il registro pubblico solo per il settlement delle operazioni. Una soluzione questa che potrebbe finalmente risolvere il problema dei micropagamenti, che sia sempre decentralizzata e che serva a poter comprare anche il caffè con i bitcoin. “Per portare avanti questo progetto è stata creata una società for profit che sta lavorando a una tecnologia free e open source”, ha aggiunto Zucco.

Ecco allora lo sdoppiamento delle valute

“Voi sviluppatori non state lavorando bene e  dovete muovervi, bisogna aumentare i blocchi”. Questa è però l’opinione di Gavin Andresen che  – sempre secondo Zucco – avrebbe preferito aumentare subito i blocchi portandoli a 8 mega, sperando di mantenere in questo modo le transazioni gratuite o quasi. Delle continue discussioni di Andresen con gli altri soci, pare ne abbia approfittato Mike Hearn, ex Google che “da anni combatte il lato anarchico di Bitcoin, pensando che per diffondersi, la moneta debba essere regolata e diventare più simile a Paypal, una filosofia molto diversa da quella dei fondatori”, spiega Zucco. Hearn ha così preso il codice di Bitcoin e da questo ha creato un’altra moneta (Bitcoin XT), un “fork” che terrà traccia di tutta la Block Chain. Si tratta di un vero e proprio “altcoin”, di una visione di Bitcoin modificata “che viene proposta a tutti, e se tutti la adottano (la biforcazione avverrà soltanto se almeno il 75% dei blocchi sarà minato con XT) i due Bitcoin vengono scambiati su due blockchain diverse”, continua Zucco. Tutto questo, appena è stato minato il primo blocco di Bitcoin XT (il software di Mike Hearn), ha portato a un grosso spavento e a un crollo dei prezzi da 260 dollari a 160 circa. Il mercato però si è ripreso quasi immediatamente.

I possibili scenari futuri

Cosa succederebbe se dovessero coesistere due Bitcoin? “È possibile che vinca o uno o l’altro. Mentre è molto improbabile che si divida la rete in due e che rimangano in vita entrambi”, ha spiegato Zucco, sottolineando però che se questo dovesse succedere (ma è molto difficile), “la stessa quantità di ricchezza viaggerebbe su due diversi bitcoin che hanno ormai una vita indipendente”. Per quanto riguarda invece le differenze tecniche, “la rete di Bitcoin XT sarebbe composta da blocchi gradualmente sempre più grandi: permetterebbe più transazioni, ma potrebbe rivelarsi piú facile da spammare, e di conseguenza piú centralizzata dal punto di vista del mining. Il rischio è che i minatori restino in pochi e molto grossi, ma si potrebbero fare molte transazioni al secondo con fee bassissime o gratis”. Dall’altra parte, “Bitcoin originale  sarebbe più decentralizzato, con fee molto più costose, più sicuro, è anche più lento sul numero di transazioni a minuto”. Tutto quello che fino a pochi giorni fa era solo un dibattito accademico, adesso invece è il tema centrale della community Bitcoin mondiale.