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Tutti sanno che l’iPhone non supporta la tecnologia Nfc. Non tutti, però, sanno perché. Apple, che a un certo punto potrebbe comunque decidere di arrendersi a una soluzione sbarcata a bordo di praticamente tutti gli smartphone rivali (qui c’è la lista aggiornata con tutti i modelli), ha deciso di supportare una soluzione alternativa per rispondere alla stessa domanda di dialogo fra i dispositivi: iBeacon.

Contenuta in iOs permette ai dispositivi in un raggio d’azione di 10 metri di scambiarsi informazioni basandosi sul Bluetooth 4.0. Senza bisogno, quindi, di strisciare il telefono sul Pos come richiede l’Nfc. E ovviamente non si limita al sistema operativo di Cupertino. La startup italiana CheckBonus, invece di accodarsi alla lunga lista di chi sta lavorando a prodotti e servizi basati su Nfc, ha intravisto il potenziale di iBeacon e lo ha adottato per sviluppare il suo spunto. “Siamo partiti con la raccolta punti, ma l’intenzione in futuro è quella di mettere a disposizione dei punti vendita un sistema per gestire anche i pagamenti”, esordisce Pierluigi Casolari, co-fondatore 37enne della giovane azienda.

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Partito un anno fa con Yuri Ceschin, sviluppatore di 30 anni, al termine di uno Startup Weekend, Casolari ha messo a punto una piattaforma che permette agli utenti di raccogliere punti, sbloccare promozioni e chiedere i premi presenti sul catalogo direttamente dall’applicazione presente sullo smartphone. La versione mobile della più classica delle carte fedeltà che viene pizzicata da appositi totem posizionati nei punti vendita e in grado di dialogare con gli smartphone dotati di Bluetooth 4.0. “Siamo partiti con due test, uno con una catena locale di articoli sportivi, Bricosport, e il secondo con Marcopolo Expert”. La catena di elettronica sta testando Checkbonus in cinque negozi di Milano e provincia. Trattandosi di un pilota, che durerà fino a giugno, CheckBonus ha messo a disposizione il servizio gratuitamente. L’intenzione è quella di iniziare a monetizzare l’attività il prossimo anno.

Il modello di business è chiaro: ogni cliente che entra nel negozio e accede a promozioni o carica punti tramite CheckBonus viene collegato alla startup e pagato dall’azienda con una cifra ancora in via di definizione. In Italia si sta parlando di un mercato da “10 milioni di utenti”, spiega Casolari prendendo in considerazione gli smartphone con il Bluetooth in grado di supportare la soluzione, “con un potenziale molto interessante”. A tal punto da aver attirato l’attenzione di un importante marchio di sport (uno dei due più importanti in assoluto) che in marzo inizierà a collaborare con CheckBonus. Lo scorso giugno è arrivato invece il primo finanziamento da parte di KeyCapital; siamo sotto i 100mila euro.  L’intenzione è quella di coprire in modo omogeneo la Penisola durante il 2014. In primavera arriverà la versione per Android e nei prossimi mesi quella per Windows Phone.