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“Abbiamo deciso di uscire dal mercato delle piattaforme: servono troppe competenze per gestirle e troppe risorse, di tempo e denaro”. Ma non si è trattato di un addio irrazionale, tutt’altro. Si è trattato solo di “saltare” la barricata, fornire preziose competenze e consigli a chi si addentra nell’universo crowdfunding, permettergli di costruire la propria piattaforma e adattarla alle proprie esigenze. A parlare è Claudio Bedino, Ceo e fondatore di Starteed, che ha collaborato, tra le varie, alla buona riuscita dell’ultimo Festival del Giornalismo di Perugia.

Una storia breve e intensa, che in meno di un anno ha permesso alla creatura di Bedino di essere selezionata da Telecom Italia per il programma Working Capital: è la svolta. Il grant da 25mila euro è solo una parte minima del guadagno, insieme al percorso di accelerazione. La bontà del progetto Starteed, infatti, non passa sotto silenzio, soprattutto appena la startup accede all’albo fornitori del colosso delle telecomunicazioni, che diventa il suo principale cliente.

Da questa strana collaborazione è nata pochi giorni fa Wedo. “Il lancio (recentissimo, NdR) è stato ottimo e già questo è stato un passo importante”. Altro non è che una piattaforma innovativa, fornita proprio da Starteed e orientata verso il no-profit, settore verso il quale Telecom si rivolge con la sua Responsabilità Sociale. Non ci sono commissioni da onorare per accedere alla bacheca di Wedo: il progetto dovrà però rispondere a requisiti precisi. La tutela dell’ambiente, l’innovazione sociale, la diffusione della cultura digitale: questi i tre ambiti a cui deve rivolgersi il progetto, per cominciare.

Un team, composto anche da esperti esterni, selezionerà nei prossimi mesi tre progetti per ogni ambito: i “magnifici” nove verranno poi pubblicati sul sito verso la fine di febbraio. In termini di comunicazione e visibilità i benefici che ne derivano sono inestimabili: è lecito aspettarsi, scaramanticamente, una mole di donazioni ingente, anche grazie a una promozione studiata apposta per i donatori, una sorta di “special experience” sulla quale, però, Bedino e i suoi nicchiano. Il lavoro di Telecom non finisce comunque qui: l’azienda si impegna a versare nelle casse dei progetti prescelti una cifra massima pari al 25% del totale richiesto per permettere di raggiungere la soglia prefissata. Un’idea finché resta tale è “soltanto un’astrazione”, diceva qualcuno: perché non provare a farla diventare un progetto Wedo quindi? Potrebbe diventare, magari, una piccola rivoluzione.