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“Scegliere il proprio piano tariffario è difficile. Figurati farlo in cinese”. Giacomo Putignano, Ceo e co-fondatore della startup fintech WalletSaver, era a Shangai per motivi di studio e trovare una tariffa non troppo dispendiosa rappresentò un ostacolo più arduo del previsto.

Al ritorno in Italia, tra un esame e l’altro, si trovò  dover ripetere la scelta, stavolta, nella lingua madre. Ma comparare le offerte dei diversi operatori restava comunque difficile. Adesso, grazie alla startup fondata da lui, da Jacopo Soria e da Antonio Davoli, potrebbero bastare pochi click invece di ore passate su siti, opuscoli e brochure.

Wallet Saver è nata così, sul finire del 2013, fra i corridoi della romana Luiss e lì si è sviluppata, grazie anche allo spazio i-lab. Salvifico fu poi il corso InnovAction Lab, per formazione, esperienza contatti. L’idea, ormai concreta, di Giacomo arrivò seconda, vincendo un viaggio in Israele e, soprattutto, trovando un investitore.

“Eravamo un po’ troppo entusiasti in quella fase, a volte, nel voler partecipare ai vari bandi, abbiamo anche esagerato”, scherza Jacopo, oggi chief marketing officer della startup, al cui organico, durante il 2014, si sono aggiunti altri giovani specialisti: uno sviluppatore Android, uno iOs, ad esempio, ma il team è in continua evoluzione, come la startup stessa. Dopo gli investimenti iniziali, grazie ai privati, al Bando Filas e all’Unicredit Start Lab Fintech Accelerator, si è aggiunto un secondo acceleratore, diverso dal primo eppur complementare: il Lisbon Challenge. Un tesoro di contatti e network il primo, una vera e propria scuola d’impresa il secondo.

WalletSaver ha pubblicato recentemente su Google Play l’omonima applicazione, una sorta di beta pubblica, che solo durante la prima settimana ha raggiunto i duemila download. A breve, assicurano, uscirà anche la versione, sempre gratuita, per i dispositivi Apple.

Ma non è l’unico traguardo da raggiungere e superare: c’è la voglia di aprirsi a nuovi mercati, per esempio. Belgio e Portogallo sono, al momento le opzioni più papabili, ma non solo: gli utenti stranieri che hanno già scaricato WalletSaver all’estero possono inviare un feedback al sistema per richiedere che operi anche nel loro Paese.

Il successo rapido dell’app non è passato inosservato, tanto che Giacomo e soci si stanno muovendo per trattare con i grandi operatori italiani intenti a lottarsi nuovi utenti, che vedono nella startup un mezzo per definire il loro mercato. Ma cosa vuole fare questa startup: “Diventare una Big Data Company di dati aggregati: già adesso ne gestiamo molti, tutti utili per i vari players del mercato”.​